La truffa contro gli anziani è un fenomeno pericoloso in continua crescita.
Ormai è da moltissimo tempo che si sente parlare dei truffatori che si prendono gioco degli anziani e, soprattutto, della loro debolezza e sensibilità.
I soggetti che truffano gli anziani approfittano della loro ingenuità per raggiungere il loro infimo obiettivo: quello di raggirarli e derubarli della loro pensione o degli oggetti di valore che possiedono.
Truffa agli anziani definizione: come si configura questo reato?
Truffa agli anziani definizione: nel 2016 si è evidenziato un cospicuo aumento delle truffe ai danni degli anziani: il 15% di tutti i raggiri commessi in Italia hanno come vittima la popolazione anziana (dai settant’anni in su).
Ciò accade perché i truffatori fanno leva sul bisogno degli anziani di socialità poiché molti di loro vivono da soli quasi tutto il giorno e sentono l’esigenza di avere compagnia o di passare del tempo insieme a qualcuno.
Per questo motivo, coloro che decidono di truffare gli anziani agiscono in molteplici modi come ad esempio suonando al campanello di casa e dicono di essere chi, in realtà, non sono. Infatti, i truffatori possono identificarsi all’anziano vittima della truffa, come falsi preti, falsi addetti del gas o, anche, falsi carabinieri.
Solitamente, queste truffe consistono nel far credere ad un anziano di firmare un modulo di sopralluogo nel quale si attesta che il presunto addetto della luce o del gas abbia accertato il valore numerico del contatore. In realtà, il truffatore, attraverso l’inganno, fa sottoscrivere al soggetto passivo (l’anziano) un contratto con un altro operatore diverso da quello che, in realtà, è già in uso. Come conseguenza diretta, l’anziano si troverà ad essere intestatario di un contratto con un’altra azienda del gas e della luce con costi più elevati.
Truffa anziani codice penale: come viene disciplinata?
Truffa anziani codice penale: oltre alla definizione, secondo cui il termine “truffa”, deriva dal tedesco trug (inganno, frode) e indica un’attività con fini ingannatori, capace di indurre la vittima in errore attraverso l’utilizzo di raggiri allo scopo di portarla ad effettuare atti di natura patrimoniale che la danneggiano e favoriscono in modo illecito il truffatore con un conseguente danno alla vittima stessa, scopriamo anche la disciplina in merito. In Italia, il reato di truffa agli anziani nel codice penale è disciplinato dall’art. 640 del codice penale, secondo il quale:
“Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032.
La pena è della reclusione da uno a cinque anni e della multa da euro 309 a euro 1.549:
1) se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare;
2) se il fatto è commesso ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l’erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell’autorità;
2 bis) se il fatto è commesso in presenza della circostanza di cui all’articolo 61, numero 5).
Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra taluna delle circostanze previste dal capoverso precedente o un’altra circostanza aggravante”.
Truffa agli anziani: la legge in merito
Truffa agli anziani: la legge cosa dice in merito? L’art. 61 del c.p. sintetizza le circostanze aggravanti comuni del reato: per quanto riguarda la truffa ai danni degli anziani, la pena prevista è la reclusione da uno a cinque anni e della multa da trecentonove euro a millecinquecentoquarantanove euro se il l’autore di reato ha profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa.
Negli ultimi tempi, tale reato è stato denunciato molteplici volte anche dalla cronaca: recentemente, è stato arrestato un uomo che si fingeva un maresciallo dei carabinieri e che truffava anziani, telefonando a casa delle vittime, parlando di incidenti stradali in cui erano rimasti coinvolti dei loro parenti, per i quali servivano soldi in contanti subito per evitare che si desse seguito all’azione penale.
L’uomo dovrà, quindi, rispondere del reato di truffa aggravata.
Va da sé che in questi casi occorrerà contattare il proprio avvocato di fiducia per la redazione della denuncia querela al fine dell’affermazione della penale responsabilità del colpevole e del conseguente risarcimento del danno.
Un altro caso trattato dalla giurisprudenza e che qui di seguito ci accingiamo a spiegare riguardava la contestazione di una serie di truffe ai danni di soggetti anziani (per la precisione n. 5 condotte truffaldine) poste in essere da una dottoressa dell’ASL consistenti nell’aver indotto in errore i pazienti sul regime applicabile alle visite mediche per il rinnovo della patente, facendogli credere, contrariamente al vero, che la prestazione doveva essere resa in regime di libera professione e non in convenzione evidenziando come nel periodo di effettuazione di tali prestazioni fosse entrato in vigore, con efficacia dal 13.08.2010 al 10.02.2012, l’art. 115 C.d.S., comma 2-bis che ha previsto per gli ultraottantenni la possibilità di rinnovare con visita medica specialistica biennale la patente di guida – categoria A, B, C ed E – con i relativi oneri a carico del richiedente.
Ebbene, giova precisare che quanto al significato della locuzione “con oneri a carico del richiedente”, la Corte territoriale, pur riconoscendo l’esistenza di un dato normativo chiaro secondo cui tali prestazioni non erano esenti dal ticket ha conferito prevalenza alla consuetudine operata nella struttura sanitaria che ne escludeva la sottoposizione alla prestazione privatistica intra moenia.
Ebbene, la Corte di Cassazione ha riconosciuto in capo all’imputata la sussistenza del reato di truffa mediante raggiri consistenti nell’omettere, nel corso della prenotazione telefonica della visita medica, l’informazione fondamentale che la stessa era possibile in ambito pubblico e che l’impossibilità di eseguirla in tal modo era opinamento personale dell’imputata e non deliberazione della dirigenza sanitaria od amministrativa.
Dunque, alla stessa, si era contestato di avere strumentalizzato il servizio pubblico e colto come occasione il disposto letterale della norma, che prevede oneri a carico del richiedente, per indirizzare i pazienti a proprio vantaggio economico verso le prestazioni professionali intramoenia ottenendo un ingiusto profitto ravvisato <>.
Per tale motivo, la corte di cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato dall’imputato condannando il medesimo al pagamento delle spese processuali. Oltre alle informazioni sulla truffa agli anziani, con definizione, legge e cosa dice il codice penale, scopri di più anche sulla truffa auto, truffa casa vacanze e truffa Airbnb.
(Si veda Cass. pen. Sez. II, Sent., (ud. 12-09-2018) 04-10-2018, n. 44228)Bene se ti è piaciuto questo articolo sulla truffa contro gli anziani, puoi approfondire l’argomento legato a questo ed ai reati di truffa o se lo desideri, potrai contattare il nostro Studio Legale Penale a Milano ed essere essere assistito dall’Avvocato Penalista Francesco D’Andria.