Parliamo di omicidio volontario doloso, e facciamo alcune riflessioni che riguardano la pena, e cosa dice il codice penale.

Il sociologo Bauman ha teorizzato il concetto di “modernità liquida” in cui si verifica la crisi del concetto di comunità emerge un individualismo esasperato, dove nessuno è più compagno di strada ma antagonista di ciascuno, da cui guardarsi le spalle. Questo soggettivismo ha minato le basi della modernità, l’ha resa fragile, da cui una situazione in cui, mancando ogni punto di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità. In tale contesto.

Omicidio volontario dolosoAd oggi, la violenza è un atto motivato che può portare a uccidere: io sono geloso, uccido chi mi ha portato via l’oggetto del mio desiderio. Raggiunto l’obiettivo finisce la carica violenta.

Dal rapporto EURES 2013 emerge che l’omicidio volontario doloso, in Italia, ha raggiunto il suo minimo storico degli ultimi quarant’anni nel 2012. In particolare, i risultati dei dati sottolineano che:

  • Nel sud Italia, il rischio è più alto nei centri urbani;
  • Gli uomini sono le principali vittime degli omicidi;
  • Il 70% delle vittime di omicidi in famiglia sono donne;
  • Gli episodi in cui si verificano i femminicidi sono, nella maggior parte dei casi, ignorati e in forte aumento.

Nel rapporto ISTAT 2017 sulle vittime di omicidio, invece:

  1. Nel 2017 si contano 357 omicidi, pari a 0,59 omicidi per 100mila abitanti, dei quali 234 di maschi e 123 di femmine, corrispondenti rispettivamente a tassi pari a 0,79 e 0,40 omicidi per 100mila abitanti dello stesso sesso;
  2. Il tasso registrato per l’Italia è più basso di quello medio dell’Unione europea. I paesi con i valori più alti in Europa sono la Lettonia e la Lituania (5,6 e 4,9 omicidi per 100mila abitanti;
  3. Negli ultimi decenni gli omicidi registrano un forte calo che riguarda soprattutto gli uomini (rispetto alle donne uccise il rapporto da cinque ad una è ora di due ad una), imputabile anche alla riduzione di quelli operati dalla criminalità organizzata.

Omicidio volontario per incidente stradale: quali collegamenti?

Omicidio volontario da incidente stradaleQuando un incidente stradale diventa un omicidio volontario?

Il caso di Elisa Ferrero, la ragazza che è morta dopo aver subito un tamponamento volontario è un esempio lampante in quanto il capo di imputazione per colui che ha causato la sua morte è stata trasformata da “omicidio stradale” a “omicidio volontario” poiché l’intenzione di quest’ultimo era quella uccidere lei e il suo fidanzato a seguito di una lite fra i due fidanzati e il loro aggressore.

Quale pena per l’omicidio volontario?

PenaLa pena prevista per l’omicidio volontario è la reclusione non inferiore a 21 anni. Inoltre, Gli art. 576 e 577 c.p. identificano le circostanti aggravanti dell’omicidio doloso come, ad esempio, la premeditazione, l’aver commesso il fatto con crudeltà o sevizie, l’aver utilizzato sostanze venefiche o altri mezzi insidiosi. Tali circostanze hanno come conseguenza diretta l’applicazione della pena dell’ergastolo.

Quando è omicidio volontario aggravato

Omicidio volontario aggravatoQuando si dice omicidio volontario aggravato? L’articolo 576 del Codice Penale, invece, prevede condizioni aggravanti (come, ad esempio, la premeditazione; l’aver commesso il fatto con crudeltà o sevizie; l’aver utilizzato sostanze venefiche o altri mezzi insidiosi; l’aver cagionato la morte commettendo violenza sessuale) per l’omicidio doloso: in particolare è previsto l’ergastolo:

1) col concorso di taluna delle circostanze indicate nel numero 2 dell’articolo 61;

2) contro l’ascendente o il discendente, quando concorre taluna delle circostanze indicate nei numeri 1 e 4 dell’articolo 61 o quando è adoperato un mezzo venefico o un altro mezzo insidioso ovvero quando vi è premeditazione;

3) dal latitante, per sottrarsi all’arresto, alla cattura o alla carcerazione ovvero per procurarsi i mezzi di sussistenza durante la latitanza;

4) dall’associato per delinquere, per sottrarsi all’arresto, alla cattura o alla carcerazione;

5) in occasione della commissione di taluno dei delitti previsti dagli articoli 572, 600-bis, 600-ter, 609-bis, 609-quater e 609-octies;

5.1) dall’autore del delitto previsto dall’articolo 612-bis nei confronti della stessa persona offesa;

5-bis) contro un ufficiale o agente di polizia giudiziaria, ovvero un ufficiale o agente di pubblica sicurezza, nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni o del servizio.

  1. è latitante, agli effetti della legge penale, chi si trova nelle condizioni indicate nel numero 6 dell’articolo 61.

L’art. 577, invece, applica la pena dell’ergastolo se il fatto preveduto dall’articolo 575 è commesso:

1) contro l’ascendente o il discendente;

2) col mezzo di sostanze venefiche, ovvero con un altro mezzo insidioso;

3) con premeditazione;

4) col concorso di talune delle circostanze indicate nei numeri 1 e 4 dell’articolo 61.

  1. La pena è della reclusione da ventiquattro a trenta anni, se il fatto è commesso contro il coniuge, il fratello o la sorella, il padre o la madre adottivi, o il figlio adottivo, o contro un affine in linea retta.

Delle circostanze attenuanti comuni previste dall’articolo 62 del Codice Penale, quelle di interesse medico-legale sono i motivi morali o sociali, le reazioni in stato d’ira, lo stato di suggestione, il ravvedimento attivo e spontaneo del colpevole, il concorso determinante della persona offesa.

Sono poi riconoscibili le attenuanti generiche, secondo la previsione dell’art. 62 bis c.p. che vengono applicate dal giudice con una valutazione, caso per caso, delle circostanze in cui è maturato il singolo fatto delittuoso.

Omicidio doloso nel codice penale

Doloso nel codice penaleCosa dire, invece, dell’omicidio doloso nel Codice Penale? In Italia, l’omicidio doloso, definito anche volontario, è un reato previsto dall’articolo 575 del Codice Penale: “Chiunque cagioni la morte di un individuo è punito con la reclusione non inferiore ad anni 21”.

Gli elementi costitutivi del reato sono:

  • Bene giuridico tutelato: vita individuale (intesa in una duplice prospettiva, una è quella del diritto individuale supremo e personalissimo, mentre l’altro è l’interesse della collettività).
  • Soggetto attivo: il reato può essere commesso da chiunque (delitto comune).
  • Soggetto passivo: l’essere umano.
  • Fattispecie oggettiva: viene incriminato qualsiasi comportamento che cagioni la morte ad un uomo.
  • Dalla condotta attiva deve scaturire l’evento della morte del soggetto passivo.
  • Elemento psicologico: dolo generico. Il soggetto attivo deve essersi rappresentato e aver voluto la morte del soggetto passivo.
  • Il tentativo è ammesso.

Infine, i mezzi con i quali si può cagionare la morte volontaria possono essere:

  1. Diretti: l’agente pone in essere direttamente la serie causale che cagiona la morte della vittima;
  2. Indiretti: l’agente realizza una serie causale che fa scaturire una serie ulteriore che cagiona la morte.
  • Materiali: vengono utilizzati per colpire la vittima (es: coltellata)
  • Immateriali: non attingono il corpo della vittima (es: vessazione psicologica)

Nella sentenza n. 3619 del 2017, la Cassazione ha stabilito che: si configura il delitto di omicidio volontario – e non quello di omicidio preterintenzionale, caratterizzato dalla totale assenza di volontà omicida – qualora la condotta dell’agente, alla stregua delle regole di comune esperienza, dimostri la consapevole accettazione da parte del medesimo anche solo dell’eventualità che dal suo comportamento potesse derivare la morte del soggetto passivo. (Fattispecie in cui i colpevoli, nel corso di una rapina commessa nell’abitazione di una persona anziana, le avevano oppresso ed occluso il naso e la bocca con un cuscino ed un canovaccio, impedendole di respirare e cagionandone la morte, intervenuta per soffocamento). Leggi maggiori informazioni anche sui tipi di omicidio e la pena prevista per l’omicidio.

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Avvocato penalista Milano Francesco D'andria

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