Corruzione: il nuovo reato di induzione

Corruzione, il nuovo reato di induzione: l’avvocato Francesco D’Andria, in un articolo (vedi allegato) pubblicato a pagina 22 della rivista Sinteg, specializzata in servizi immobiliari, analizza elementi e presupposti del nuovo reato di “induzione indebita a dare o promettere utilità” (corruzione) inserito nel novembre 2012 all’articolo 319-quater c.p., scandagliandone le possibili applicazioni concrete. L’articolo sopra citato recita:

1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da tre a otto anni.
2. Nei casi previsti dal primo comma, chi dà o promette denaro o altra utilità è punito con la reclusione fino a tre anni.
(Articolo aggiunto dall’art. 1, comma 75, lett. i), L. 6 novembre 2012, n. 190)

La riforma, che recepisce innovazioni suggerite da fonti sovranazionali come la Convenzione Onu di Merida e la Convenzione penale sulla corruzione di Strasburgo e mira a rafforzare la lotta ai fenomeni corruttivi, non solo è intervenuta su fattispecie già previste dal codice come la corruzione e la concussione, ma ha altresì introdotto nuovi reati.

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Avvocato penalista Milano Francesco D'andria

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