Corruzione a norma di legge

“Corruzione a norma di legge” è un libro scritto da Francesco Giavazzi e Giorgio Barbieri, pubblicato nel 2014.

Viene ripercorsa la storia dopo Tangentopoli, alla luce dei rapporti intercorrenti fra controllori e controllati e viene posto in evidenza come dalla violazione delle norme si sia passato all’aggiustamento delle stesse per permetterne gli abusi.

In particolare, vengono trattati i più grandi scandali di corruzione post Tangentopoli, ossia il MoSE di Venezia, Expo di Milano e l’Alta Velocità, in riferimento all’allungamento dei tempi di realizzazione delle relative opere nonché all’aggravamento dei costi di realizzazione delle stesse.

Nel libro viene sottolineato come ad oggi sia più difficile punire la corruzione rispetto ai tempi di Tangentopoli, posto che le leggi che prima erano deputate a punire i soggetti agenti ora hanno subito un adeguamento per permettere ai privati di ottenere vantaggi a danno dello Stato. In tal modo, le norme non vengono violate ma solo usate a proprio uso e consumo.

Gli autori avanzano tre concrete proposte a chiusura del libro: l’assicurazione con una compagnia privata delle imprese che vogliano partecipare ad una gara d’appalto; la creazione di una rete di protezione per i whisterblowers, ossia coloro che decidano di denunciare i fenomeni corruttivi e criminali in generale; l’indipendenza dalla politica di chi deve effettuare un’attività di controllo. Anche se, concludono, le idee anzidette non potranno risolvere la corruzione delle leggi ad hoc.

Devi sapere però che la corruzione trova la sua disciplina legislativa negli artt. 318 e ss. c.p.

In particolare:

  • art. 318 c.p. disciplina la corruzione per l’esercizio della funzione;
  • art. 319 c.p. disciplina la corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio;
  • art. 319 bis c.p. prevede un aggravamento di pena qualora il fatto di cui all’art. 319 c.p. abbia ad oggetto il conferimento di pubblici impieghi, stipendi, pensioni, stipulazione di contratti nei quali sia interessata l’amministrazione alla quale il pubblico funzionario appartiene, nonché il pagamento o il rimborso di tributi;
  • art. 319 ter c.p. disciplina la corruzione in atti giudiziari;
  • art. 319 quater c.p. disciplina l’induzione indebita a dare o promettere utilità;
  • art. 320 c.p. disciplina i reati di corruzione applicati all’incaricato di pubblico servizio;
  • art. 321 c.p. prevede che le pene degli articoli precedenti si applicano anche ai corruttori, cioè a coloro i quali effettuano dazioni o promesse di denaro o altre utilità ai pubblici ufficiali o agli incaricati di pubblico servizio;
  • art. 322 c.p. disciplina l’istigazione alla corruzione.

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Avvocato penalista Milano Francesco D'andria

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