Quali sono i vantaggi dell’ottenimento della riabilitazione?

Anni fa sei stato condannato alla pena di giustizia, ormai, pensi, “è acqua passata” e come si dice a Napoli: “Scurdamoc’u passat”. E cioè: dimentichiamoci del passato.

Ebbene devi sapere che per dimenticare il passato e, come diceva qualcuno, “per stare senza pensieri”, per il futuro, hai bisogno di fare la… DOMANDA DI RIABLITAZIONE.

Prima di tutto: cos’è la riabilitazione?

La riabilitazione consiste in una procedura che consente a chi sia stato condannato con sentenza passata in giudicato o con decreto penale, la cancellazione dei reati dal casellario giudiziario, e, di conseguenza, l’estinzione degli stessi.

Tecnicamente vengono estinti gli effetti penali della sentenza e le pene accessorie. In senso figurato, la riabilitazione sarebbe un lavacro purificale dal quale risorgi senza peccato. Per chi ci crede l’anima pulita dopo la confessione. O più volgarmente: una sorta di lavatrice per smacchiare la camicia unta di sugo.

Quali sono le condizioni per ottenere la riabilitazione?

Tempi. La riabilitazione può essere concessa dopo che sono passati 3 anni dal giorno in cui la pena sia stata eseguita o si sia in altro modo estinta. Il termine è di almeno otto anni se si tratta di reati commessi da recidivi, così come previsto dall’art. 99 del codice penale, e di dieci anni  se si è in presenza di delinquenti abituali, professionali o per tendenza. Buona condotta.

Nell’atto di riabilitazione, redatto dal Tuo Difensore di Fiducia, occorrerà dare prova che tu abbia tenuto una irreprensibile condotta di vita, ovvero un comportamento retto e corretto.

Risarcimento del danno.

Deve inoltre risultare adempiuto l’eventuale obbligo civile derivante dal reato, ovvero il risarcimento del danno stabilito in sentenza. Dovrai dimostrare, che a seguito del processo penale, hai risarcito la persona offesa dal reato.

Attenzione: se la Parte Civile non si è costituita o se non vi è stato il risarcimento dovrai farlo allegando alla domanda di riabilitazione il risarcimento anche attraverso una cifra simbolica.

Per quanto mi riguarda, ogni qual volta presento per i miei assistiti una domanda di riabilitazione e non vi è stato il pregresso risarcimento, provvedo ad inviare alla Persona Offesa una lettera di scuse, da cui si evince il pentimento del mio cliente per il male compiuto, e un assegno circolare a ristoro del danno cagionato. Se non si riesce ad individuare la persona offesa perché sono passati molti anni dalla commissione del reato allora sono aduso far devolvere ai miei clienti una cifra simbolica ad un’associazione di volontariato.

Domanda: Cosa succede se l’interessato non ha soldi?

L’interessato potrà dimostrare di trovarsi nell’impossibilita di risarcire il danno o di adempiere l’obbligo civile derivante dal reato. Dopo di che il Tribunale di Sorveglianza dovrà esprimersi sul punto. Poniamo un quesito.

Domanda: Cosa succede se ll Tribunale di Sorveglianza valuta una cattiva condotta di vita del richiedente?

Purtroppo il Tribunale potrà rigettare la richiesta. È importantissimo evidenziare che se la richiesta di riabilitazione viene respinta per difetto del requisito della buona condotta, allora la richiesta di riabilitazione non potrà essere riproposta prima che siano decorsi due anni dal giorno in cui e divenuto irrevocabile il provvedimento di rigetto. Quindi, prima di partire con la richiesta, occorrerà valutare tutti i punti e tutte le conseguenze con il proprio avvocato di fiducia.

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Avvocato penalista Milano Francesco D'andria

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