Molestie alla nipote? la difesa dice di no

Si è tenuta davanti alla V sezione del Tribunale di Milano le conclusioni del processo riguardante il presunto abuso sessuale, molestie, commesso a Milano nel 2006 da un ex investigatore privato nei confronti della nipotina che, all’epoca dei fatti, aveva otto anni. La vicenda parte da una segnalazione ai servizi sociali di un’altra nipote dell’investigatore, la quale aveva detto che in passato anch’ella era stata molestata. A seguito di una lunga indagine da parte della polizia giudiziaria “Pool famiglia”, basatasi su interrogatori di familiari ed intercettazioni telefoniche, e dopo numerose udienze dibattimentali, si è arrivati alla conclusione di questo lungo e delicato processo. L’imputato ha sempre dichiarato la sua innocenza, presiedendo a tutte le udienze dibattimentali. Nell’ultima udienza tenutasi l’8 Dicembre del 2010 l’Ufficio del Pubblico Ministero ha chiesto otto anni di reclusioni per violenza sessuale aggravata dall’età della vittima e dal vincolo parentale. La difesa dell’imputato, invece, contesta la richiesta del P.M. adducendo che non esistono risultati probatori che affermino la circostanza che l’imputato abbia commesso il fatto. L’avvocato Francesco D’Andria – avvocato penalista del foro di Milano e difensore dell’imputato – nella sua appassionata arringa finale ha sostenuto che si è trattato di una macchinazione ai danni del suo assistito. “Questo processo dimostra – sostiene il penalista – come una “voce” possa essere raccolta, alimentata, ingigantita, fino ad innescare un vero e proprio processo di suggestione nei familiari della vittima”.

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Avvocato penalista Milano Francesco D'andria

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