Omicidio: il significato. Secondo l’Istat, nel 2017, in Italia i livelli di mortalità per omicidio volontario sono diminuiti, soprattutto per quanto riguarda le vittime di sesso maschile.
Una tipologia di omicidio che ha avuto particolare rilevanza in passato è quella legata alle associazioni di stampo mafioso.
Sono catalogati come omicidi mafiosi sia quelli che coinvolgono vittime innocenti (obiettivi della mafia, appartenenti alle forze di polizia o alla magistratura, persone uccise per errore, ecc.), sia quelli con vittime collegate alla criminalità, nel corso di faide per il controllo del territorio. Dal 1983 al 2017, sono rilevati 6.663 omicidi attribuibili a organizzazioni criminali di tipo mafioso.
Come rileva l’Istat, l’incidenza degli omicidi nel territorio di appartenenza non sembra influenzare acutamente la percezione di sicurezza dei cittadini.
Infatti, ponendo in relazione il tasso di omicidi volontari con la percentuale di persone che dichiara di aver paura di uscire da sola la sera, non emerge una relazione di dipendenza tra le due variabili.
Inoltre, i dati evidenziano come le donne vengano uccise, nella maggior parte dei casi, in ambito domestico da partner e familiari, gli uomini, invece, da sconosciuti negli spazi pubblici. Delle 123 donne uccise nel 2017, l’80,5% è stata uccisa da una persona conosciuta.
L’omicidio, quindi, è un reato commesso da colui che uccide una o più persone.
L’ordinamento giuridico italiano prevede diverse fattispecie di omicidio, come ad esempio:
- omicidio colposo, commesso senza la volontà di uccidere, ma con colpa, cioè per imprudenza, inosservanza di norme di legge;
- omicidio volontario o doloso, quello commesso con dolo, cioè con coscienza e volontà di uccidere.
Omicidio colposo: il significato
Si parla di omicidio colposo (il cui significato è rinvenibile nella seguente definizione) quando colui che lo commette non vuole cagionare la morte volontariamente di un soggetto, ma la morte è causata da un comportamento non voluto. Alcuni esempi di omicidio colposo sono quelli che accadono a seguito di incidenti stradali, di operazioni mediche e/o di inosservanza delle norme per sicurezza sul lavoro.
L’elemento che caratterizza tale reato è la colpa (pensiamo al caso del medico che sbaglia l’interventi; oppure all’imprenditore edile che non predispone tutte gli accorgimenti di sicurezza sul lavoro) ma non la volontà di uccidere anche se il soggetto agente avrebbe dovuto prevederlo ed evitarlo.
Tale reato è disciplinato dall’art. 589 c.p.: “Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
Se il fatto è commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da due a sette anni.
Se il fatto è commesso nell’esercizio abusivo di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato o di un’arte sanitaria, la pena è della reclusione da tre a dieci anni.
Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni quindici”.
Il bene giuridico tutelato è il diritto alla vita del soggetto in quanto decidere di privare qualcuno del bene vita, sia pur solo per colpa e non per dolo è considerato dal nostro ordinamento giuridico un fatto intollerabile che ha conseguenze dirette sul piano penale.
Il reato di omicidio colposo è procedibile d’ufficio. Non è dunque necessaria una querela affinché dalla parte offesa in quanto è strettamente sufficiente la “notizia criminis”.
Facciamo un esempio.
Si pensi al gestore di un ristorante che, dopo aver ricevuto notizia delle allergie alimentari di un cliente, somministri a quest’ultimo pasti che contengano alimenti a cui è allergico. Se il soggetto passivo, dopo aver mangiato il pasto, muore allora il gestore può essere accusato di omicidio colposo. La Cassazione ha chiarito che: “In tema di reati contro la persona, il gestore di un esercizio di ristorazione il quale, informato delle poli-allergie dell’avventore (tra cui morbo celiaco ed allergia al grano, glutine, fermento, formaggi, pesce, etc.), somministri allo stesso una diversa vivanda contenente grano, contrariamente a quanto stabilito (nella specie, un pasto che prevedesse l’esclusione di alimenti dannosi alla sua salute), risponde del reato di omicidio colposo, ove si dimostri che il gestore sia stato compiutamente edotto sulla gravità delle allergie del commensale e sugli effettivi pericoli connessi alla trasgressione del regime alimentare cui egli è tenuto, non essendo sufficiente la mera richiesta di un “pasto per celiaci” senza l’indicazione di specifiche allergie ai cereali.” (Cass. pen. Sez. IV, 21/12/2018, n. 5890).
L’omicidio colposo, quindi, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
Se il fatto è commesso con la violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, la pena è la reclusione da due a sette anni.
Infine, nel 2016 è stato introdotto il nuovo reato di omicidio stradale, disciplinato dall’art. 589-bis del Codice Penale: «chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale è punito con la reclusione da due a sette anni»
Omicidio doloso: il significato
Che dire invece dell’omicidio doloso, e quale significato esso ha? In Italia, l’omicidio doloso, definito anche volontario, è un reato previsto dall’articolo 575 del Codice Penale: “Chiunque cagioni la morte di un individuo è punito con la reclusione non inferiore ad anni 21”.
Affinché si possa parlare di omicidio volontario, quindi, deve sussistere il dolo dell’agente, ossia la consapevolezza della morte come conseguenza della sua azione.
Gli elementi costitutivi del reato sono:
- Bene giuridico tutelato: vita individuale (intesa in una duplice prospettiva, una è quella del diritto individuale supremo e personalissimo, mentre l’altro è l’interesse della collettività).
- Soggetto attivo: il reato può essere commesso da chiunque (delitto comune).
- Soggetto passivo: l’essere umano.
- Fattispecie oggettiva: viene incriminato qualsiasi comportamento che cagioni la morte ad un uomo.
- Dalla condotta attiva deve scaturire l’evento della morte del soggetto passivo.
- Elemento psicologico: dolo generico. Il soggetto attivo deve essersi rappresentato e aver voluto la morte del soggetto passivo.
- Il tentativo è ammesso.
Infine, i mezzi con i quali si può cagionare la morte volontaria possono essere:
- Diretti: l’agente pone in essere direttamente la serie causale che cagiona la morte della vittima;
- Indiretti: l’agente realizza una serie causale che fa scaturire una serie ulteriore che cagiona la morte.
- Materiali: vengono utilizzati per colpire la vittima (es: coltellata)
- Immateriali: non attingono il corpo della vittima (es: vessazione psicologica)
La pena per l’omicidio prevista è la reclusione non inferiore a 21 anni.
Inoltre, Gli art. 576 e 577 c.p. identificano le circostanti aggravanti dell’omicidio doloso come, ad esempio, la premeditazione, l’aver commesso il fatto con crudeltà o sevizie, l’aver utilizzato sostanze venefiche o altri mezzi insidiosi. Tali circostanze hanno come conseguenza diretta l’applicazione della pena dell’ergastolo.