Slide – rubrica “avvocato di difesa”

Nel numero di questa rubrica ho deciso di parlare di un caso giudiziario che ben rappresenta tanti miei assistiti che, nonostante siano stati assolti dal processo che li vedeva imputati, per un motivo o per un altro, sono ancora “ingabbiati” nella loro passata vicenda giudiziaria. Sì perché dopo un processo la vita di un uomo vien irrimediabilmente “segnata” e “compromessa”. Questo è il caso di Pasquale Casillo, detto il “re del grano”, poiché considerato uno dei più importanti produttori di frumento nel nostro Paese. Gli appassionati di calcio lo ricorderanno come il presidente del «Foggia dei miracoli», dell’allenatore Zdenek Zeman che nel campionato 1993/94 sfiorò l’ingresso in Coppa Uefa. Ai tempi d’oro il fatturato del gruppo di Casillo era di 2.300 miliardi di vecchie lire, una cifra considerevole che lo metteva tra i più importanti gruppi industriali del nostro Paese. Insomma, un imprenditore proiettato verso grandi successi. Eppure l’impero di “Don Pasquale” si sgretola alle 10 del mattino del 21 aprile del 1994. Casillo viene arrestato con l’accusa infamante del famigerato articolo 110-416 bis (concorso esterno in associazione di stampo mafioso). L’inchiesta partiva dalle rivelazioni di Pasquale Galasso, pentito della camorra affiliato con Carmine Alfieri, che aveva raccontato di presunte collusioni tra Casillo e la criminalità organizzata. Immediatamente furono messe sotto sequestro tutte le società del gruppo. Fu nominato così un amministratore giudiziario. Il “re del grano” era stato spodestato dal suo trono. Ma attenzione, non c’era ancora nessuna sentenza definitiva. Solo teoremi. Solo la “parola” dei pentiti. Il 16 febbraio del 2007, dopo ben tredici anni dall’inizio della fine, Pasquale Casillo viene assolto «per non aver commesso il fatto». Ma oltre il danno la beffa. Infatti, Casillo pur assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, ad oggi versa, dopo quasi 20 anni dall’arresto, nell’impossibilità di recuperare le proprie aziende, che sono ancora sotto tutela di un amministratore giudiziario. Mi chiedo: quanti Pasquale Casillo ci sono per l’Italia? Purtroppo tanti, non re, tanto meno principi, alcuni neanche vassalli del potente di turno. Tanti sconosciuti che non hanno “voce” e che, a causa di un dissennato calvario giudiziario, hanno perso il lavoro, la famiglia, la dignità. Forse qualcuno, se è fortunato, avrà l’impegno di qualche difensore, e di qualche giornale come questo, per far conoscere la propria storia.

slide45_articolo

Condividi:

Tag:

Torna in alto
Avvocato penalista Milano Francesco D'andria

Sei accusato di un reato?

Scopri subito come difenderti nel processo penale.
Scrivimi qui
1
Desideri fissare una consulenza?