Sovente sentiamo dai vari organi d’informazioni che importanti imprenditori assurgono agli onori delle cronache per aver commesso il reato di bancarotta fraudolenta.
Cerchiamo quindi di capire cosa si intenda dal punto di vista “tecnico” per “bancarotta”.
Cos’è la bancarotta?
Il termine “bancarotta” deriva dall’uso, invalso in epoca medievale a Genova, di “rompere” il tavolo e la panca o cassa di legno del banchiere divenuto insolvente (vale a dire del soggetto che non riesce più ad onorare i suoi debiti).
Si tratta, infatti, di un reato connesso all’insolvenza dell’imprenditore o della società, che, non riuscendo più a soddisfare i creditori, fallisce.
Si parla, per l’appunto, di reati fallimentari in quanto si possono configurare solo in presenza di una sentenza dichiarativa di fallimento.
Fallire però non basta per essere imputati per bancarotta.
Occorre avere anche tenuto particolari condotte rimproverabili, prima o dopo la dichiarazione di fallimento, in danno dei creditori.
Chi può essere condannato per bancarotta?
Possono essere processati per bancarotta l’imprenditore fallito o i soggetti apicali (amministratori, direttori generali, sindaci e liquidatori) di una società dichiarata fallita che abbiano dissimulato le disponibilità economiche dell’impresa o abbiano compiuto operazioni imprudenti e atte a determinare o aggravare il suo dissesto economico.
Quali sono le condotte di bancarotta fraudolenta?
Le condotte di bancarotta fraudolenta possono essere diverse.
In questa sede esaminiamo una delle condotte di bancarotta fraudolenta patrimoniale.
La legge fallimentare parla anzitutto del caso in cui l’imprenditore o il soggetto apicale abbia distratto, occultato, dissimulato, distrutto o dissipato, in tutto o in parte, i suoi beni, ovvero, al fine di arrecare danno ai creditori, abbia esposto o riconosciuto delle passività inesistenti (cosiddetta bancarotta patrimoniale).
La bancarotta fraudolenta per distrazione.
L’ipotesi che ricorre più frequentemente negli scandali tramessi dai TG è quella di bancarotta patrimoniale per distrazione.
Essa ricorre quando l’imprenditore ha coscientemente e volutamente dato al patrimonio sociale una destinazione diversa rispetto alle finalità dell’impresa, stante la prevedibilità di una riduzione della garanzia patrimoniale offerta al creditore.
In altri termini, trattasi del caso in cui l’amministratore o altro vertice della società utilizzi per fini egoistici il denaro o altri beni della società danneggiando così i creditori non potranno soddisfare il proprio credito.
Quando non c’è la bancarotta fraudolenta?
Molte volte però le prospettive accusatorie sono ingiuste e infondate nei confronti di imprenditori che sono sì falliti ma in realtà non hanno impoverito il patrimonio sociale in spregio dei creditori.
In questo caso il Giudice dovrà mandare assolto l’imputato.
È il caso dell’ex medico di Palmiro Togliatti che giustappunto fu accusato di bancarotta fraudolenta per distrazione.
Per ulteriori approfondimenti potete leggere l’articolo pubblicato da LaPresse: