Omicidio aggravato: cosa dice la legge? Le circostanze aggravanti sono elementi accidentali che di per sé non sono indispensabili per la sussistenza del reato ma determinano una gravità maggiore del reato un aumento della pena prevista.
Le circostanze aggravanti si dividono in:
- Comuni: sono disciplinate dall’art. 61 del Codice Penale e sono applicabili a tutti i tipi di reato;
- Speciali: sono applicabili esclusivamente a determinate fattispecie di reato come, in questo caso, l’art. 576, 577 e 585 c.p. che disciplinano le aggravanti che determinano il reato di omicidio.
L’art. 61 c.p. disciplina le circostanze aggravanti comuni e prevede che:
Aggravano il reato, quando non ne sono elementi costitutivi o circostanze aggravanti speciali, le circostanze seguenti:
1) l’avere agito per motivi abbietti o futili;
2) l’aver commesso il reato per eseguirne od occultarne un altro, ovvero per conseguire o assicurare a sè o ad altri il prodotto o il profitto o il prezzo ovvero la impunità di un altro reato;
3) l’avere, nei delitti colposi, agito nonostante la previsione dell’evento;
4) l’avere adoperato sevizie, o l’aver agito con crudeltà verso le persone;
5) l’avere profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona tali da ostacolare la pubblica o privata difesa;
6) l’avere il colpevole commesso il reato durante il tempo, in cui si è sottratto volontariamente alla esecuzione di un mandato o di un ordine di arresto o di cattura o di carcerazione, spedito per un precedente reato;
7) l’avere, nei delitti contro il patrimonio, o che comunque offendono il patrimonio, ovvero nei delitti determinati da motivi di lucro, cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di rilevante gravità;
8) l’avere aggravato o tentato di aggravare le conseguenze del delitto commesso;
9) l’avere commesso il fatto con abuso dei poteri, o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio, ovvero alla qualità di ministro di un culto;
10) l’avere commesso il fatto contro un pubblico ufficiale o una persona incaricata di un pubblico servizio, o rivestita della qualità di ministro del culto cattolico o di un culto ammesso nello Stato, ovvero contro un agente diplomatico o consolare di uno Stato estero, nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni o del servizio;
11) l’avere commesso il fatto con abuso di autorità o di relazioni domestiche, ovvero con abuso di relazioni d’ufficio, di prestazione di opera, di coabitazione, o di ospitalità.
Omicidio volontario aggravato: come si definisce
Quando si parla di omicidio volontario aggravato? L’omicidio volontario o doloso è disciplinato dall’articolo 575 del codice penale: “chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno”.
L’art. 576 e 577 del codice penale stabiliscono le circostanze aggravanti speciali di tale reato.
- L’art. 576 prevede che si applica l’ergastolo se l’omicidio è commesso:
- col concorso di taluna delle circostanze indicate nel n. 2 dell’articolo 61;
- contro l’ascendente o il discendente [c.c. 75; c.p. 540, 577, n. 1], quando concorre taluna delle circostanze indicate nei numeri 1 e 4 dell’articolo 61 o quando è adoperato un mezzo venefico o un altro mezzo insidioso, ovvero quando vi è premeditazione;
- dal latitante [c.p.p. 296], per sottrarsi all’arresto, alla cattura o alla carcerazione ovvero per procurarsi i mezzi di sussistenza durante la latitanza;
- dall’associato per delinquere [c.p. 416], per sottrarsi all’arresto, alla cattura o alla carcerazione;
- in occasione della commissione di taluno dei delitti previsti dagli articoli 572, 600-bis, 600-ter, 609-bis, 609-quater e 609-octies;
- dall’autore del delitto previsto dall’articolo 612-bis nei confronti della persona offesa;
- contro un ufficiale o agente di polizia giudiziaria, ovvero un ufficiale o agente di pubblica sicurezza, nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni o del servizio.
- È latitante, agli effetti della legge penale, chi si trova nelle condizioni indicate nel n. 6 dell’art. 61.
- L’art 577 prevede che si applica l’ergastolo se l’omicidio è commesso:
- contro l’ascendente o il discendente o contro il coniuge, anche legalmente separato, contro l’altra parte dell’unione civile o contro la persona legata al colpevole da relazione affettiva e con esso stabilmente convivente;
- col mezzo di sostanze venefiche, ovvero con un altro mezzo insidioso;
- con premeditazione;
- col concorso di taluna delle circostanze indicate nei numeri 1 e 4 dell’articolo 61.
- La pena è della reclusione da ventiquattro a trenta anni, se il fatto è commesso contro il coniuge divorziato, l’altra parte dell’unione civile, ove cessata, il fratello o la sorella, il padre o la madre adottivi, o il figlio adottivo, o contro un affine in linea retta.
Omicidio aggravato: quale pena
Omicidio aggravato: quale pena è prevista? Se sussistono tali ipotesi, l’omicidio doloso si considera aggravato e viene applicata la pena dell’ergastolo.
L’omicidio volontario è considerato aggravato quando è commesso contro il coniuge, il fratello o la sorella, il padre o la madre adottivi, il figlio adottivo o un affine in linea retta ed è punito con la reclusione da ventiquattro a trenta anni.
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