Decorso un certo periodo di tempo stabilito dalla legge il reato (come un omicidio) può cadere in prescrizione.
La conseguenza è che il Giudice è obbligato ad emettere la sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato.
L’ordinamento giuridico italiano, infatti, prevede la prescrizione dei reati: essa è un istituto che tutela coloro che vengono accusati di aver commesso un reato affinché non restino in balìa di una condanna o di un’assoluzione in un tempo indefinito.
L’art 157 del codice penale prevede che: la prescrizione estingue il reato decorso il tempo corrispondente al massimo della pena edittale stabilita dalla legge e comunque un tempo non inferiore a sei anni se si tratta di delitto e a quattro anni se si tratta di contravvenzione, ancorché puniti con la sola pena pecuniaria.
Non interviene però la prescrizione per i reati particolarmente gravi come ad esempio l’omicidio aggravato dove non viene meno l’interesso dello Stato di perseguire, anche a distanza di tempo, l’autore del reato.
Infatti i reati puniti con la pena dell’ergastolo sarebbero insuscettibili all’applicazione dell’istituto della prescrizione.
Per quanto riguarda invece l’omicidio stradale, la prescrizione è raddoppiata rispetto a come sarebbe utilizzando i criteri di calcolo generali.
Prescrizione per omicidio colposo: scopriamo di più
Esiste invece la prescrizione per l’omicidio colposo? In Italia, il reato di omicidio colposo è disciplinato dall’art. 589 del Codice Penale e prevede:
- Reclusione da 6 mesi a 5 anni per omicidio colposo.
- Reclusione da 2 ai 7 anni per il reato di omicidio colposo commesso a causa della violazione delle norme di prevenzione per la sicurezza sui luoghi di lavoro.
- Nel caso di morte di più persone si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare i quindici anni di reclusione.
Per quanto concerne i reati più gravi come l’omicidio colposo, i termini di prescrizione sono raddoppiati. Se, per esempio, la pena massima prevista è di sette anni di reclusione, i termini di prescrizione ammonteranno a quattordici anni. Il giorno da cui parte il conteggio del termine di prescrizione è quello in cui viene accertato il reato stesso.
Omicidio doloso in prescrizione: cosa dice la legge
Per quanto riguarda l’omicidio doloso e la prescrizione, invece, dobbiamo dire prima di tutto che la pena prevista è la reclusione non inferiore a 21 anni.
Inoltre, Gli art. 576 e 577 c.p. identificano le circostanti aggravanti dell’omicidio doloso come, ad esempio, la premeditazione, l’aver commesso il fatto con crudeltà o sevizie, l’aver utilizzato sostanze venefiche o altri mezzi insidiosi.
Tali circostanze aggravanti hanno come conseguenza diretta l’applicazione della pena dell’ergastolo.
La prescrizione, però, non è sempre applicabile. Infatti, per alcuni tipi di reato, come ad esempio l’omicidio volontario aggravato, non è prevista alcuna prescrizione in quanto è prevista la pena dell’ergastolo.
Pensiamo al caso di Teresa Bottega. Nel 1990 venne uccisa e 22 anni dopo il caso fu riaperto a seguito della confessione dell’omicidio del marito fatta ad un sacerdote ma il giudice ha ritenuto opportuno prescrivere il reato in quanto non ha riconosciuto l’aggravante dei futili motivi in quanto il marito della vittima sostiene di averle dato un pugno tanto violento da farla cadere e picchiare la testa, in una ferita letale, come se fosse in preda ad un raptus del momento. Il giudice sostiene che “Deve escludersi che Morrone covasse in animo tale azione delittuosa nei riguardi della moglie attendendo lo spunto per dar sfogo a tale istinto, dovendosi notare come era stato proprio l’imputato a far sì che la moglie tornasse in casa e tentasse di risolvere la sua condizione di tossicodipendenza, comportamento questo evidentemente incompatibile con una eventuale pervicace volontà omicida. Bottega Teresa, pur se determinata da un comportamento non certo irreprensibile del coniuge sin dalle prime fasi del loro menage familiare, aveva iniziato un percorso di tossicodipendenza frequentando soggetti dediti all’uso di sostanze droganti” arrivando a lasciare la propria abitazione. Solo grazie all’intervento di Morrone, Bottega era tornata dai familiari”.