Legge sul patteggiamento allargato: vediamo cosa dice
L’art. 444 c. 1 è stato introdotto dalla L. 12.06.2003 n. 134 e disciplina il cosiddetto “patteggiamento allargato”, che consente all’imputato e al Pubblico Ministero di raggiungere l’accordo su una pena detentiva che non superi il limite di 5 anni di pena concretamente da irrogare. Ma cosa dice la legge sul patteggiamento allargato?
Tale forma di patteggiamento, come emerge dalla norma sopra citata, prevede una serie di preclusioni oggettive e soggettive: le prime riguardano una serie di reati di particolare gravità, quali quelli previsti dall’art. 51 c. 3 bis e quater c.p.p., (tra questi i delitti consumati o tentati di associazione mafiosa ex art. 416 c.p., associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope ai sensi dell’art. 74 D.P.R. 309/1990), prostituzione e pornografia minorile; le altre fanno riferimento invece a coloro i quali siano stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza o ai recidivi ai sensi dell’art. 99 c. 4 c.p.
Ad esempio, se Tizio è imputato del reato di cui all’art. 74 D.P.R. 309/1990 non potrà ricorrere a tale forma di patteggiamento perché il reato lui ascritto è caratterizzato da un particolare disvalore sociale e, per tale motivo, rientra nelle già menzionate preclusioni oggettive.
Benefici del patteggiamento allargato: quali sono
Quali sono i benefici in caso di “patteggiamento allargato”?
Per il “patteggiamento allargato”, oltre alla riduzione fino a 1/3, è previsto un ulteriore beneficio, cioè nel caso di costituzione di parte civile il giudice non decide sulla relativa domanda di risarcimento del danno materiale o morale.
Tuttavia, l’effetto di estinzione del reato e degli ulteriori effetti penali decorso il termine di 5 anni per i delitti e di 2 anni per le contravvenzioni prodotto dalla sentenza di patteggiamento tradizionale non trova applicazione nell’istituto in esame.
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