Richiesta di patteggiamento: come funziona

Richiesta di patteggiamentoQuando può essere chiesto il patteggiamento?

Ai sensi dell’art. 446 c.p.p., la richiesta di cui all’art. 444 co. 1 c.p.p. può essere formulata sino alle conclusioni e sino alla dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado nel giudizio direttissimo; diversamente, se all’imputato è stato notificato decreto di giudizio immediato, si procederà con le forme e nei termini previsti dall’art. 458 co. 1 c.p.p., ossia nel termine perentorio di 15 giorni dalla notifica.

L’istanza viene formula oralmente nel corso dell’udienza e per iscritto in tutti gli altri casi e la volontà dell’imputato viene comunicata personalmente o a mezzo di procuratore speciale.

Il consenso sull’istanza può essere espresso nei termini di cui al comma 1 anche se in precedenza era stato negato; tuttavia, il giudice, se ritiene di dover valutare la volontarietà della richiesta o del consenso, può disporre la comparizione dell’imputato. In caso di dissenso, il PM deve enunciarne le ragioni che l’hanno giustificato.

L’art. 447 c.p.p. disciplina, invece, la richiesta di applicazione pena nel corso delle indagini preliminari: ai sensi del comma 1, il giudice, se è presentata richiesta congiunta o con il consenso scritto dell’altra parte, fissa con decreto in calce alla richiesta l’udienza per la decisione, assegnando all’istante, se necessario, un termine per la notifica all’altra parte. Prima della scadenza del termine non è possibile revocare o modificare la richiesta.

Nell’istanza di patteggiamento andranno inserite tutte le attenuanti del caso: ad esempio, se l’imputato ha reso confessione ed ha serbato un corretto comportamento processuale, si chiederanno le attenuanti generiche ex art. 62 bis c.p.; se ha risarcito il danno prima del giudizio, si chiederà invece l’attenuante comune di cui all’art. 62 n. 6 c.p.

Patteggiamento: termine per la richiesta

Patteggiamento termine richiestaPatteggiamento: quale termine per la richiesta. A seconda dello stato del procedimento, l’istanza di patteggiamento può essere avanzata in una pluralità di circostanze:

  • nel corso delle indagini preliminari;
  • nel corso dell’udienza preliminare, fino alle conclusioni delle parti;
  • in seguito all’emissione del decreto penale di condanna;
  • in caso di giudizio immediato, entro 15 giorni dalla notifica del relativo decreto;
  • in sede di conversione di giudizio direttissimo.

Ebbene, la procedura è sempre la stessa: l’indagato/imputato concorda con il Pubblico Ministero la pena finale e, qualora quest’ultimo presti il consenso, l’ultima parola spetterà al giudice, il quale dovrà verificare la congruità della pena pattuita, la correttezza della qualificazione giuridica del fatto di reato e l’esatta comparazione delle circostanze aggravanti e attenuanti.

Qualora il giudice non riscontri alcuna incongruità nella pena così concordata, pronuncerà sentenza di patteggiamento.

Richiesta di patteggiamento in dibattimento

Richiesta di patteggiamento in dibattimento. Ai sensi dell’art. 448 c.p.p., qualora l’istanza di patteggiamento formulata dall’imputato non trovi l’avallo del Pubblico Ministero o venga rigettata dal Giudice per le Indagini Preliminari, l’imputato può riformulare la richiesta prima che intervenga la dichiarazione di apertura del dibattimento.

In tal caso, se il giudice la ritiene fondata sulla base della congruità della pena, della correttezza della qualificazione giuridica dei fatti per cui si procede e dell’esatta comparazione delle circostanze aggravanti ed attenuanti intervenute, emette la sentenza.

Si sottolinea che la richiesta non è ulteriormente ripresentabile dinanzi ad altro giudice.

Richiesta di patteggiamento, quale formula

Richiesta di patteggiamento, ecco quale formula applicare. Come può essere formulata l’istanza di applicazione della pena su richiesta delle parti?

Un possibile modello potrebbe essere il seguente.

N. ___/____ R.G.N.R.

UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI PRESSO

IL TRIBUNALE DI _______

***

RICHIESTA DI APPLICAZIONE DELLA PENA

(EX ART. 444 C.P.P.)

***

Il sottoscritto avv. _______ del foro di _______, difensore e procuratore speciale del sig. _______, nato il ___ a ____ e residente in ______ via ______, imputato nel procedimento meglio rubricato in epigrafe

CHIEDE

ai sensi dell’art. 444 c.p.p. e con il consenso del Pubblico Ministero l’applicazione concordata della pena e la calcola la conseguente pena finale in

MESI _____  GIORNI _______ DI RECLUSIONE ED EURO ______ DI MULTA

Pena così determinata:

  • pena base: _____, per il reato di cui all’art. ____;
  • aumentata a _____ considerando le circostanze aggravanti di cui all’art. ___;
  • ridotta a ______ considerando le circostanze attenuanti generiche;
  • ridotta ex art. 444 c.p.p. alla pena finale come sopra determinata.

Si subordina tale istanza alla sospensione condizionale della pena ex art. 163 c.p. e alla concessione dei benefici di legge.

Con osservanza.

_____, lì _______

            Avv. __________________

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Avvocato penalista Milano Francesco D'andria

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