Truffa auto: Secondo il codice penale italiano, l’art. 640 disciplina il delitto di truffa.
Tale reato di truffa (valido anche per l’auto) consiste nell’attuare artifizi o raggiri che, inducendo taluno in errore, consentono di procurarsi un ingiusto profitto con altrui danno; la pena prevista è la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa fino a 1.032 euro. È un reato perseguibile a querela di parte: affinché il truffatore possa essere sanzionato, occorre che la vittima sporga querela presso le autorità competenti. Il diritto di querela, inoltre, deve essere esercitato, a pena di decadenza, entro tre mesi dal giorno della notizia del fatto che costituisce reato.
Truffa vendita auto: Comprare auto tramite il web
Il rischio di incorrere nella truffa di vendita auto, ormai sempre più sofisticata, riguarda non solo chi acquista un’auto usata, ma anche chi la vende. Attraverso i siti internet non è raro essere contattati da presunti acquirenti o da aziende che, in realtà, sono inesistenti.
Quando si tratta di comprare un’auto di seconda mano, la facilità con cui si può accedere al web può indurre molti ad abbassare la guardia. Dall’inserzione si passa al contatto con il venditore, poi alla trattativa (via e-mail) e persino al pagamento con una serie di semplici click, senza incontrarsi di persona. Il tutto, a volte, può svolgersi così in fretta da non lasciare il tempo per riflettere e, questo, aumenta il rischio di cadere nella rete dei truffatori.
Secondo la polizia di stato, infatti, nel 2014 le denunce presentate da parte di utenti che hanno subito una frode via internet sono state 80.805, con 3.436 persone denunciate, 2.352 siti chiusi per ordine della magistratura e sette arresti.
Facciamo un esempio. Un presunto venditore propone il deposito di una vettura presso uno spedizioniere che farà da garante e si occuperà di recapitarla alla vittima -il soggetto passivo- dopo il versamento della somma pattuita.
Tale transazione ha ad oggetto un’autovettura il cui costo è inferiore al quello di mercato.
Nella realtà dei fatti si tratta di una tipica condotta truffaldina, la quale permette all’autore di reato di intascare almeno l’anticipo per il quale chiede un bonifico alla vittima.
Truffa km auto: come funziona?
Oltre alla truffa vendita auto, vi è anche la truffa km auto. Talvolta, può accadere che un commerciante senza scrupoli faccia apparire su un veicolo un valore di percorrenza che ritiene “di sicurezza” per vendere al meglio la vettura, diminuendo i reali km percorsi da essa. Tale truffa km auto può essere scoperta attraverso molteplici modalità come ad esempio da un talloncino adesivo che riporta un cambio dell’olio ad una percorrenza ben superiore, oppure dalla verifica nella banca dati della casa automobilistica da parte di un’officina autorizzata che ha registrato un tagliando a percorrenza superiore.
Alterare il contachilometri, significa vendere un’auto che non presenta le sue caratteristiche effettive. Per questo motivo, spetta al venditore dell’auto verificare ciò che vende, applicando la dovuta diligenza professionale. Ne discende che la responsabilità del venditore può riguardare molteplici aspetti, fra cui quello penale: infatti, se il soggetto passivo si accorge della truffa subita, può sporre una querela per truffa.
La Cassazione penale, sez. II, nella sentenza del 17/09/2013, ha espresso che:
“Sussiste l’elemento soggettivo del delitto di truffa nel caso del concessionario che abbia indotto l’acquirente ad acquistare un’auto ad un maggior prezzo raggirandolo sull’entità dell’effettivo chilometraggio percorso, avendo questi ritenuto corretto il dato riportato nel contachilometri per la fiducia che nutre nel venditore a causa del pregresso rapporto di amicizia e, per le dichiarazioni di quest’ultimo che gli abbia assicurato che l’auto era stata di frequente controllata e revisionata.
Sussiste infatti sicuramente il reato suddetto quando sia stata provata la consapevolezza dell’imputato sul reale chilometraggio dell’autovettura, sul suo reale ed inferiore valore, nonché sugli artifici e raggiri posti in essere per trarre in errore la persona offesa.”
La truffa auto dell’assegno circolare: ecco come funziona
La truffa auto dell’assegno circolare colpisce chi decide, per un qualsiasi motivo, di vendere la propria auto e, quindi, mette un annuncio di vendita attraverso uno dei tanti siti web che è possibile trovare in internet.
Ma come funziona la truffa auto con assegno circolare?
Il soggetto passivo (la vittima), decide di mettere in vendita la propria auto. Dopo aver fatto le relative foto, pubblica un annuncio di vendita dell’auto su internet, su un sito dedicato alla vendita delle auto. Dopo qualche giorno, la potenziale vittima viene contattata telefonicamente da un presunto compratore, il quale manifesterà un interesse nel comprare l’auto. Quest’ultimo chiederà alla vittima di fissare un appuntamento per vedere l’auto e, una volta stabilito il prezzo da pagare, proporrà di effettuare rapidamente il passaggio di proprietà (naturalmente a sue spese), chiedendo di pagare l’intera cifra attraverso un assegno falso. Il truffatore consegnerà l’assegno alla vittima, la quale non si accorgerà del documento fasullo, e porterà via l’auto.
Per non cadere nella trappola dell’assegno circolare falso, è sufficiente non effettuare nessun passaggio di proprietà e, soprattutto, attendere che l’assegno venga controllato dalla banca, in modo da verificarne la validità.
Bollo (non pagato): altra tipologia
Esiste anche la truffa del bollo auto, a cui è bene prestare la massima attenzione. Ad oggi, fra le truffe più menzionate dalle cronache italiane c’è quella del bollo pagato, che consiste nel far credere al soggetto passivo -la vittima- che la sua tassa di circolazione è stata pagata, quando, in realtà, mentre, i soldi li ha rubati il truffatore, che sia una ricevitoria o un’agenzia di pratiche automobilistiche. La vittima, inconsapevolmente, oltre ad aver subito un danno patrimoniale, riceverà un sollecito (con la relativa sanzione) per non avere pagato il bollo dell’auto.
Per evitare di cascare in tale truffa occorre controllare che il pagamento del bollo (soprattutto se effettuato tramite intermediari) sia andato a buon fine sul sito dell’Aci o su quello dell’Agenzia delle Entrate.
Noleggio: come funziona e come difendersi
Truffa noleggio auto: è un ennesimo esempio di truffa che riguarda il mondo delle automobili. Il caso della truffa del noleggio auto funziona nella seguente modalità.
I soggetti attivi della condotta truffaldina sono le compagnie di autonoleggio che non restituiscono, ad esempio, i depositi cauzionali, fanno pagare danni inesistenti ai veicoli e, in alcuni casi, al momento della consegna, i clienti – le vittime- vengono costretti a pagare dei servizi aggiuntivi.
Tali truffe continuano a perpetrarsi ai danni di ignari cittadini che, noleggiando le auto delle compagnie truffaldine, rimangono vittime delle azioni fraudolente.
Soluzioni e rimedi
Nei casi menzionati occorrerà presentare apposita querela per truffa.
Possono verificarsi anche casi in cui le denunce presentate siano sporte falsamente al fine di non pagare il debito contratto simulando che si tratti di azioni truffaldine mentre invece, al più, trattasi di semplici controversie civili.
In caso di denunce pretestuose occorrerà farsi difendere da un Difensore per smascherare le false accuse. Scopri di più anche sulla truffa telefonica, sulla truffa Equitalia, e sulla truffa casa vacanze.
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