Il delitto di maltrattamenti in famiglia è procedibile sia d’ufficio (senza una formale denuncia della vittima) sia a querela di parte. Ciò significa che la persona offesa dal reato non deve fare altro che rivolgersi alle Forze dell’Ordine (questura, stazione dei Carabinieri) per formalizzare la propria querela in apposito verbale. Tuttavia, sappi che puoi anche rivolgerti ad un avvocato (preferibilmente penalista) per redigerla.

So bene che spesso denunciare è difficile, proprio perché l’aguzzino è un membro della famiglia, un padre, un marito, un convivente. Però, sappi che è l’unico modo per porre fine alle condotte vessatorie e persecutorie di cui sei vittima.

L’iter che segue alla presentazione della denuncia è il seguente: verranno svolte le opportune indagini, che hanno la durata di sei mesi, salvo eventuali proroghe, e sfoceranno nella richiesta del Pubblico Ministero al Giudice per le Indagini Preliminari di archiviare il procedimento oppure di rinviare a giudizio l’indagato. 

Denuncia per “violenza domestica”

Ebbene, prima di presentare denuncia per “violenza domestica” assicurati che si tratti proprio di quel reato. Infatti la condotta maltrattante può estrinsecarsi sia in violenza fisica che verbale: pensa, ad esempio, ad un marito che percuote abitualmente la moglie o, diversamente, al datore di lavoro che offende costantemente il suo sottoposto, umiliandolo e costringendolo a licenziarsi. Elemento costitutivo della fattispecie è quindi l’abitualità, cioè la reiterazione nel tempo delle condotte: difatti, in assenza di tale elemento non è possibile parlare di violenza domestica, sebbene possano venire ad integrarsi altre fattispecie di reato.

Devi sapere che la condotta maltrattante può essere sia attiva che omissiva. Quest’ultimo caso si verifica quando di fronte alla violenza esercitata, colui il quale dovrebbe prendersi cura della vittima, non fa nulla per evitarla. Si pensi, ad esempio, al caso della madre che rimane inerte di fronte al marito che percuote il figlio.

In seguito ai recenti interventi legislativi, se le condotte maltrattanti si verificano di fronte o in danno di un minore, una donna in gravidanza, un disabile o con l’uso delle armi, la pena è aumentata sino alla metà; nel caso, invece, un minore degli anni vi assista, questi è considerato parimenti persona offesa dal reato.

Conseguenze della denuncia per maltrattamenti: le misure cautelari

Tornando al momento della denuncia, voglio dirti che devi avere pazienza perché i tempi della giustizia sono lunghi ma proprio per tale motivo a presidio della tua sicurezza la legge prevede le misure cautelari, utili per scongiurare ulteriori eventuali situazioni di pericolo.

Solitamente, le misure cautelari, disposte in caso di denuncia per violenza domestica sono:

  • L’allontanamento dalla casa familiare;
  • Il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa;
  • La custodia cautelare in carcere (nei casi più gravi)

e possono essere applicate sia nella fase delle indagini preliminari che nel corso del processo vero e proprio.

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Avvocato penalista Milano Francesco D'andria

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