Spesso, il primo contatto con la realtà carceraria avviene la prima volta in cui ci rechiamo ad un colloquio con un detenuto, familiare o amico che sia.

È sempre un’esperienza molto traumatica perché diventa difficile orientarsi tra le varie pratiche burocratiche per cercare di accedere, in maniera veloce, e magari anche discreta, alla persona che ci è cara e che in questo momento, a torto o ragione, si trova in carcere.

Cerchiamo quindi, in questo articolo, di dare delle informazioni precise e dettagliate circa le modalità per accedere al colloquio con un detenuto.

Anzitutto: Chi può richiedere il colloquio?

Puoi richiedere un colloquio con detenuto se sei un familiare o un affine.

Chi si intende per familiari o affini?

Per familiari o affini si intendono:

  • il coniuge
  • il convivente (indipendentemente dal sesso)
  • i parenti e gli affini entro il quarto grado : Genitori – Figli- Suoceri – Generi e nuore – Nonni – Nipoti (figli dei figli) – Fratelli e sorelle- Cognati- Bisnonni – Bisnipoti (figli dei nipoti da parte dei figli) – Zii (fratelli e sorelle dei genitori) – Nipoti (figli di fratelli e sorelle)- Cugini – Pronipoti (figli di nipoti da parte di fratelli e sorella) – Prozii (fratelli e sorelle dei nonni).

Persone terze – cioè estranee al nucleo familiare – non possono richiedere il colloquio con il detenuto, al quale, però può essere con questi concesso un colloquio se specifica i “ragionevoli motivi” che lo spingono a chiederlo.

Come ottenere il colloquio?

Il coniuge o il familiare che volesse ottenere un colloquio con il detenuto dovrà presentare specifica richiesta all’ufficio colloqui presso la Procura della Repubblica, se il processo non è ancora iniziato; alla cancelleria del GIP se c’è stata richiesta di rinvio a giudizio; alla cancelleria del Giudice che ha in carico il procedimento, se questo è in fase dibattimentale, cioè se il detenuto è ancora imputato; alla direzione del carcere allorquando è stata emessa sentenza.

Quali sono i documenti necessari per richiedere il colloquio in carcere con il detenuto?

È necessario, per presentare domanda di colloquio, produrre un documento d’identità valido e un certificato che attesti il grado di parentela:

– per il coniuge (o convivente) o familiare italiano o della Comunità Europea, o comunque residente in Italia, sarà sufficiente un documento d’identità valido e un’autocertificazione del grado di parentela. È doveroso in questo caso ricordare che l’autocertificazione è una dichiarazione soggetta a controllo di veridicità e quindi passibile di denuncia per falso in caso non risulti veritiera

– per Coniuge e familiari non cittadini UE: è necessario un Documento riconoscimento in corso di validità e un Documento rilasciato dal consolato italiano nel paese di origine oppure documento tradotto in italiano da cui risulti la parentela.

– per Convivente straniero non cittadino UE: è necessario un Documento di riconoscimento in corso di validità e una Dichiarazione della dimora italiana di convivenza ininterrotta fino all’arresto, soggetta a verifica. Se la convivenza è avvenuta all’estero, è necessaria la certificazione rilasciata dal proprio consolato da cui risulti la convivenza oppure un documento tradotto che attesti la convivenza.

Quanti colloqui può avere un detenuto?

I detenuti e gli internati possono usufruire del diritto di sei colloqui al mese con familiari o terze persone. Tale diritto è regolato dall’art. 18 della legge 26 luglio 1975, n. 354 e dall’art. 37 del D.P.R 30 giugno 2000, n. 230. Per reati particolarmente gravi, i colloqui sono ridotti a quattro, mentre, in circostanze particolari, ad esempio in condizioni di grave infermità, o se i colloqui sono con figli dell’età inferiore a dieci anni, possono essere aumentati.

Quante persone possono presentarsi ad ogni singolo colloquio?

La regola prevede un massimo di tre persone per ogni singolo colloquio. Ma sono concesse deroghe in casi particolari, come ad esempio membri di uno stesso nucleo familiare.

Quali sono i controlli all’ingresso prima del colloquio?

All’ingresso verrà fatto, da parte del personale, un controllo dei documenti e una verifica dei requisiti.

A seguire gli operatori penitenziari, dopo un controllo sulla persona, vi chiederanno di depositare i vostri effetti personali (cellulari, borse, giacche, zainetti…) prima dell’ingresso al colloquio.

Quanto tempo dura il colloquio?

La durata prevista per ciascun colloquio è un’ora, ma è concesso, in casi particolari, di intrattenersi oltre, soprattutto in presenza di bambini.

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Sono sicuro che queste mie indicazioni ti siano state utili.

Se hai un parente o un amico in carcere e hai qualche dubbio sul suo percorso giudiziario, non esitare a contattarmi. Sarò lieto di poter discutere con te la sua posizione.

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Avvocato penalista Milano Francesco D'andria

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