Traffico di stupefacenti o spaccio da strada?
Nei processi di droga può capitare che il Giudice confonde uno spacciatore di serie A con uno di serie B.
Uno spacciatore da autostrada con un semplice spacciatore da strada.
Questa differenza comporta un importante ricaduta in termini di pena.
Ma come si fa a far comprendere al Giudice la differenza?
Te lo spiego in questo articolo.
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Oggi parliamo di come far comprendere al Giudice che una persona non è uno “spacciatore da autostrada”, con una Ferrari fiammante e orologio Daytona al polso, bensì uno “spacciatore da strada”, cioè uno che sbarca il lunario come può.
Questo consentirà di ridimensionare, rimpicciolire l’accusa con un notevolissimo abbassamento di pena.
Per spiegarti in parole semplici il concetto mi servirò di un esempio preso a prestito dai casi che ho trattato nella mia esperienza professionale e, in una simulazione, lo applicherò su di te che mi stai ascoltando.
Dunque: ti hanno trovato con 6,13 grammi di cocaina nel tuo garage, imbustata in 21 singole dosi; inoltre sono stati rinvenuti strumenti da taglio, bilanci di precisione, 2.000 euro di denaro contante.
Stiamo parlando, dunque, di droghe pesanti!
A seguito delle analisi presso il Gabinetto di Polizia scientifica si rivela che lo stupefacente ha un discreto principio attivo: in altre parole la droga non è purissima, ma è comunque di buona qualità.
L’imputazione è l’art. 73 DPR 309/90 ovvero detenzione ai fini di spaccio.
Rischi da un minimo di 8 anni ad un massimo di 22 anni di carcere.
La mission è dimostrare che non meriti quella pena perché non sei uno spacciatore di Seria A!
Ma deve applicarsi a te una figura autonoma di reato, cioè il V comma!
Significa che il tuo è uno spaccio episodico, di piccolo cabotaggio, fatto giusto per sopravvivere.
Per intenderci: Non sei un’industria dello spaccio ma sei un piccolo artigiano. Non sei Giovanni RANA ma sei il piccolo pastificio sotto casa.
Sì perché questa figura autonoma di reato presenta una pena edittale che non va da 8 anni a 22 di reclusione, ma il famoso V comma va da sei mesi a quattro anni di reclusione con una multa da 1032 euro a 10329 euro.
Scusa se è poco.
Ma Come si fa per ottenerlo?
Occorre, dunque, un difensore che faccia leva su alcuni elementi di grande importanza e che, mai come in questo caso è il caso di dirlo, faccia la DIFFERENZA (in termini di pena).
Ma tecnicamente come si fa?
Cioè: Come farti stare nel “range” di pena che va da un minimo di 6 mesi ad un eventuale massimo di 4 anni di reclusione?
Dobbiamo puntare su 4 elementi.
- La qualità e la quantità dello stupefacente posseduto.
Per invocare il V comma dobbiamo far rilevare al Giudice che la qualità della sostanza drogante, che era in tuo possesso, non è eccelsa e che 6 grammi di coca sono una quantità che non ravvisa un traffico di alta caratura.
- Il numero di dosi detenute o cedute.
Nel tuo caso non sono tantissime e corrispondono perfettamente con un’attività rudimentale di spaccio.
- Il profitto ricavato
Aldilà dei soldi contanti rinvenuti non hai, come in dogana, nulla da dichiarare. Fine delle trasmissioni.
- La mancanza di un’organizzazione strutturata e professionale
Al momento dell’arresto non vi è nessuna prova che tu abbia dei tuoi galoppini o rapporti con il traffico organizzato, ma sei soltanto uno che si arrangiava attraverso attività occasionali.
Tutti questi elementi dovranno essere fatti valere dal tuo difensore allo scopo di ottenere, qualora non fosse possibile l’assoluzione, il V comma, allo scopo di farti ottenere come risultato una pena più mite e più giusta.
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Se vuoi espormi il tuo caso giudiziario chiamami, oppure scrivimi e sarò pronto ad ascoltarti e ad aiutarti…perché…
Io sono Francesco D’Andria e sono dalla tua Parte.