L’AVVOCATO PENALISTA CHE TI SALVA LA VITA
Cosa succede quando si abbatte sulla tua testa un’indagine o un processo penale?
Essere indagati o imputati in un processo penale rappresenta un momento doloroso per la propria vita.
Ma come uscire da uno sconquasso piscologico e soprattutto uscire dall’incubo giudiziario?
Il segreto sta nel rapporto tra l’avvocato penalista e il cliente.
Scopriamolo insieme.
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È chiaro che tutto ciò ti pone un problema.
La parola problema viene spesso associata a sinonimi che richiamano concetti e sensazioni allarmanti, quali: dramma, tragedia, sciagura; e nel nostro caso specifico: carcere, interdizione dal lavoro o dalla professione, rovina economica.
So che non è facile, ma occorre reagire e convivere con il problema in termini positivi.
In che modo?
Se invece reagissimo a tutto questo associando alla parola problema giudiziario la parola: sfida, opportunità, vittoria contro tutto e tutti.
Questo andrebbe a spostare il problema da qualcosa di negativo a qualcosa di positivo.
Capisci che è tutto un gioco di punti di vista!
Devi sapere che già nel 80 D.C. il filosofo Epitteto proclamava che “gli uomini non sono disturbati dagli eventi, ma dalla visione che ne hanno”.
Ancora, lo psicologo Ellis scoprì, dopo molti studi sui suoi pazienti, che le persone negative si liberavano di un problema, ma tendevano a sostituirlo con un altro.
Questo modo di pensare – e cioè che dal problema si giunge ad una sicura catastrofe – viene descritto da Ellis come “pensiero irrazionale”
Ad esempio, se un uomo perde il lavoro per lui non si tratta di un episodio spiacevole della sua vita, ma lo vive come un fatto irrimediabile perché non troverà mai più un lavoro.
Ellis descrive questo modo di pensare come una credenza che influenzerà il futuro di quest’uomo, che determina il cosiddetto autosabotaggio.
E cioè questo pensiero porterà la persona che ha perso il lavoro a non trovarne mai più un altro perché la sua credenza è che ormai tutto è perso.
Di conseguenza, non farà nulla per cambiare la sua situazione (passerà i giorni sul divano senza mandare curriculum ad esempio) e non coglierà le opportunità che ha sotto il naso.
Riportando questa teoria al nostro caso possiamo dire che molte persone che si trovano impelagate in un calvario giudiziario credono che ormai siano spacciati.
E quindi cosa fanno?
Non si adoperano per costruire una strategia difensiva valida; non danno incarico ad un avvocato penalista serio, determinato, combattivo.
Magari non partecipano al processo, lasciano un difensore d’ufficio o un avvocato non specializzato e buona notte ai suonatori.
Tu non puoi fare questo.
C’è una soluzione: accetta la sfida. Cogli l’opportunità di salvarti. Vinci la tua battaglia contro tutto e tutti.
Ergo: Partecipa al tuo processo. Nomina un avvocato valido. Cerca gli elementi a tuo favore. Dimostra la tua innocenza.
Ma dirò di più.
E se fosse l’avvocato ad avere il cosiddetto pensiero irrazionale? A vedere tutto nero? A determinare un futuro negativo per il proprio assistito?
Beh, se così fosse è ancora più semplice: cambia avvocato.
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Se vuoi espormi il tuo caso giudiziario chiamami, oppure scrivimi e sarò pronto ad ascoltarti e ad aiutarti…perché…
Io sono Francesco D’Andria e sono dalla tua Parte.