Che cos’è la confisca per equivalente?
La confisca per equivalente ex art. 322 ter c.p. costituisce un provvedimento ablativo per i
reati contro la Pubblica Amministrazione (dall’art. 314 al 320 c.p.) quando vi sia condanna e
sia impossibile identificare fisicamente le cose che ne costituiscono effettivamente il prezzo,
il prodotto o il profitto.
Tale provvedimento prevede la possibilità per lo Stato di colpire somme di denaro, beni
patrimoniali o altre utilità di cui il reo abbia la disponibilità per un valore corrispondente al
prezzo o al profitto del reato e non necessita di alcuna dimostrazione sul nesso di
pertinenzialità tra delitto e cose da confiscare essendo sufficiente la perpetrazione del reato
(Cass. Pen. sez. VI, sentenza 24.02.2005 n. 7250 – Cass. Pen. sez. II , sentenza 26.02.2009 n. 10549).
La giurisprudenza ai fini dell’applicabilità della confisca per equivalente amplia la concezione di “beni soggetti alla confisca” in quanto tale provvedimento è legittimo anche nel caso di intervenuta cessione dei beni da parte del reto ad un terzo con patto fiduciario di retrovendita (Cass. Pen. sez. III, sentenza 14.03.2007 n. 10838).
La Corte di Cassazione con sentenza n. 9578 del 17.01.2013 ha sancito che il sequestro finalizzato alla confisca per equivalente non può essere revocato nel caso in cui il giudice tributario abbia sospeso la cartella esattoriale ma solo in caso di atto impositivo invalido.
La sopracitata sentenza riguardava un’imprenditrice che in qualità di rappresentante legale di una società in accomandita semplice era stata accusata di non aver versato l’IVA dovuta per il periodo di imposta 2009.
L’indagata si difese adducendo di non aveva provveduto al pagamento poiché aveva ottenuto dalla Commissione Tributaria la sospensione della cartella esattoriale.
I giudici della Corte di Cassazione hanno però confermato la tesi formulata dal Tribunale del riesame secondo cui «ciò significa che temporaneamente è sospesa la esecutività della cartella esattoriale, non anche che è stata invalidata», pertanto, il provvedimento cautelare della confisca per equivalente è legittimo considerando l’inalterabilità del debito dell’imprenditrice nei confronti dell’Erario e del suo adempimento.
Gli avvocati dello Studio legale D’Andria trattano anche reati nei confronti della Pubblica Amministrazione e delle loro conseguenze.