Oggi parleremo del reato di Stalking, di cosa si tratta e come difenderti da una tale accusa, qualora tu fossi imputato in un tale procedimento.

Cosa è?

Lo stalking è un insieme di atteggiamenti e atti continui ed assillanti nei confronti di una persona che non è affatto interessata a riceverli e che anzi, in conseguenza di ciò, ne trae un danno psicologico di ansia e paura tale da cambiare il proprio stile di vita.

Non necessariamente tali atti debbono essere di per sé molesti o sgradevoli.

È sufficiente, infatti, che sia sistematico e non gradito dalla vittima, affinché anche l’invio di regali e pensieri affettuosi – come mazzi di fiori, bigliettini galanti e cioccolatini – sia configurabile come atto persecutorio.

Nella maggior parte dei casi, però, gli atti che configurano il reato sono veri e propri assalti ed intrusioni nella vita della vittima, la quale si sente sistematicamente intrappolata nella rete del suo stalker: pedinamenti, telefonate continue e spesso minacciose, appostamenti e scenate in luoghi pubblici e addirittura al lavoro, sono solo alcuni dei mezzi  da questi utilizzati per tenere sotto controllo l’oggetto della sua ossessione.

I contesti in cui si sviluppa il fenomeno dello stalking è generalmente quello in cui, vittima e persecutore hanno, o hanno avuto, un qualche genere di relazione.

I casi più frequenti, circa il 55%, avvengono all’interno di una relazione di coppia, ma non sono rari i casi di denunce anche nell’ambito lavorativo o in quello delle relazioni con altri condomini.

La mia esperienza in questo campo annovera tra i casi più particolari quello che vedeva come vittima un noto personaggio dello spettacolo. Questi veniva continuamente subissato di mail, messaggi e telefonate da parte di una misteriosa pretendente, probabilmente mai incontrata di persona, ma della quale era diventato l’ossessione, e dalla quale si sentiva perennemente controllato, attraverso appostamenti nei pressi dell’abitazione, anche negli spostamenti.

In genere però, i casi che giornalmente vengono gestiti dal mio studio, riguardano atti persecutori nel contesto di una relazione di coppia ormai naufragata.

Risentimenti mai sopiti, desiderio da parte di uno dei due partner di capire e comprendere i motivi della fine della relazione, la difficoltà di accettare la fine di un rapporto in cui si è particolarmente investito a livello psicologico e affettivo, sono solo alcune delle tante molle tese e pronte a far diventare una persona di per sé sana ed equilibrata, lo stalker da manuale di psicologia criminale.

Un risvolto interessante del fenomeno, quale quello delle false denunce per stalking, è stato analizzato in diversi studi effettuati dall’introduzione della legge.

Tali studi, con forza,  riportano che circa l’11% delle denunce sporte risulta poi infondato, falso, o addirittura presentato al preciso scopo di ledere l’onore e conseguentemente creare un danno al presunto stalker.

 

Cosa si rischia?

Il reato di “atti persecutori”, o stalking, (art. 612-bis c.p.), è stato introdotto con il D.L. 23 febbraio 2009, n. 11 (decreto Maroni), e punisce chi se ne renda responsabile, con la reclusione da sei mesi a cinque anni, oltre al pagamento del danno morale ed eventualmente materiale procurato alla vittima.

Ovviamente le pene variano a seconda della gravità dei fatti accertati e degli ulteriori eventuali risvolti penali della vicenda.

È aumentata, ad esempio, se gli atti avvengono in un contesto familiare o a danno di soggetti particolarmente deboli, come minori, donne in stato di gravidanza o disabili.

Cosa posso fare per te?

Nel caso in cui tu fossi imputato in un procedimento per atti persecutori o stalking, è necessario anzitutto che tu sappia che ti occorre uno specialista della materia penale, un professionista esperto che abbia non solo piena padronanza del codice e delle procedure, ma soprattutto delle dinamiche processuali e delle strategie difensive adatte al caso.

In contraddittorio, infatti, sarà necessario controbattere alle accuse avendo ben presente i limiti di perizie e indagini, dichiarazioni della presunta parte lesa e di altri testimoni.

Personalmente, ho affrontato molti di questi casi, determinandone il successo attraverso un analisi approfondita della questione e avvalendomi di psicologi e periti specializzati nella materia.

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Avvocato penalista Milano Francesco D'andria

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