Il reato di circonvenzione di incapace è integrato da chi trae ingiustamente profitto a spese di un soggetto debole, abusando dei suoi bisogni, delle sue passioni, della sua inesperienza, se si tratta di un minore, della sua infermità o deficienza psichica, se si tratta di un adulto.
Nell’immaginario collettivo la norma è percepita come fonte di tutela per persone in tenera età, in età molto avanzata o con ritardo mentale.
In realtà, invece, alla luce degli ultimi sviluppi giurisprudenziali della Suprema Corte, il raggio di tutela della fattispecie è molto più ampio.
Le situazioni di debolezza e fragilità che rientrano nella previsione normativa sono numerose e variegate. Anche uno stato di depressione, ha affermato la Corte di Cassazione (sentenza 9249 del 27 febbraio 2013) può far venir meno la capacità critica rendendo il depresso vulnerabile e, quindi, “circonvenibile”.
Non è infatti necessario ai fini della sussistenza del reato, ha precisato la Corte, che il soggetto passivo versi, al momento dei fatti, in uno stato di incapacità di intendere e di volere, che è al contrario imprescindibile ad esempio per l’esclusione dell’imputabilità, essendo sufficiente “un’alterazione dello stato psichico, che, sebbene meno grave dell’incapacità, risulti tuttavia idonea a porlo in uno stato di minorata capacità intellettiva, volitiva o affettiva che ne affievolisca le capacità critiche”.
Nel caso di cui si è occupato, in quell’occasione, il giudice di legittimità, la circonvenuta, a seguito di una tragedia quale la morte del figlio, seguita dalla separazione dal marito, era precipitata in una condizione patologica di profonda depressione, forte angoscia, degradante solitudine e acutissimo stress.
In un simile stato di fragilità emotiva ed insicurezza, di totale annebbiamento delle capacità critiche e volitive, era senza dubbio “un facile bersaglio” di circonvenzione.
Gli imputati, a conoscenza della sua condizione di soggezione e fiduciosa dipendenza, ha sancito la Corte, ne hanno volontariamente abusato per indurla a commettere atti patrimoniali a loro vantaggio.

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Avvocato penalista Milano Francesco D'andria

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