L’avvocato penalista e la verità è sicuramente un argomento molto suggestivo perché mette in luce il problema, ad esempio, della difesa del colpevole.

Scopo di quest’articolo è trattare il tema del rapporto tra l’avvocato penalista e la verità in maniera ironica e scanzonata dando però degli spunti di riflessione al lettore.

E allora, cominciamo col dire che quando dichiaro, mio malgrado, di essere un avvocato, e cioè un avvocato penalista, la domanda che il mio interlocutore mi pone dieci volte su dieci è: “avvocato, ma se un imputato le confessa di essere colpevole, Lei lo difende?”.    Prima di tutto bisogna partire da un presupposto. L’avvocato non è un prete. Egli non cerca confessioni.

Al difensore non interessa la verità storica, bensì quella processuale.

Ma cos’è la verità processuale?

La verità processuale è il risultato di un dibattito dialettico tra accusa e difesa, avente ad oggetto elementi probatori riscontrabili ed apprezzabili, il tutto nel rispetto delle regole processuali.         Niente paura. Mi spiego meglio. Un cliente viene accusato di un reato. Il mio compito non è quello di sottoporlo alla “macchina della verità”.        La mia mission, invece, è quella di provare che l’accusa non è “SUFFICIENTE” a dimostrare la sua responsabilità penale (mancanza di prove, oppure prove illogiche).

Qui sta il discrimine tra colpevolezza ed innocenza.
Una persona può dirsi colpevole soltanto se esistono una serie di prove che dimostrano, inequivocabilmente ed oltre ogni ragionevole dubbio, la sua responsabilità penale.   Il resto lo lasciamo ai confessori e alla coscienza individuale.        Se così non fosse chiunque domani mattina potrebbe svegliarsi e accusarvi di un reato che non avete mai commesso.    Facciamo un esempio.

Un vostro acerrimo nemico dichiara falsamente di avervi visto molestare un bambino in una pubblica latrina.  Non contento questa persona dichiara che si vocifera che in passato abbiate molestato altri ragazzini.

Ancora, produce intercettazioni telefoniche (captate da lui) in cui Voi, parlando con il vostro nipotino, gli dite che lo amate alla follia.
Insomma, ci sono tutti gli elementi per dire, ictu oculi, che siete un molestatore di bambini!

Ma voi siete innocente!

Sì ma nel frattempo, mentre Voi vi proclamate un’anima pia, i vostri amici non vi invitano più a cena, vostra moglie vi ha cacciato di casa, siete stato sospeso dal lavoro, e perfino il vostro cane si rifiuta di essere portato da Voi a fare la pipì. Vi hanno abbandonato tutti. Tutti. Tranne uno. Il vostro avvocato (sarà un bene? Vediamo).

Il compito del Difensore, ovvero di un avvocato penalista.

Ebbene, il compito del difensore sarà demolire l’accusa e far rispettare le regole processuali.
Primo: l’accusa è poco credibile giacché emerge in dibattimento che esisteva una grave inimicizia tra Voi e il vostro accusatore e altresì che in quella data ora di quel dato giorno il bambino era al doposcuola!

Secondo: le voci correnti del pubblico non sono ammesse (III comma art. 193 c.p.p.) e le intercettazioni abusive sono inutilizzabili (I comma art 271 c.p.p.).        Sentenza: assoluzione per non aver commesso il fatto.

Forse un grazie al Vostro avvocato sarebbe cosa gradita.

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Avvocato penalista Milano Francesco D'andria

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